sabato 7 gennaio 2012

PESSIMISMO CHE FASTIDIO

...in fondo stiamo degradando in un atmosfera troppo cinica. Passiamo un periodo di crisi, anzi per essere precisi stiamo vivendo l'apice di un periodo di crisi economica globale, ma in realtà l'Italia sta vivendo l'apice di una crisi culturale che è iniziata molto tempo fa, tuttavia è solo in questi ultimi due anni che gli Italiani se ne stanno rendendo conto, o almeno l'estensore di questo blog pensa che sia così.
"Gli ultimi anni hanno mostrato le crepe reali dell'incantesimo del Berlusconismo" conosco almeno dieci giornali che avranno scritto una frase così banale e vero allo stesso tempo, ma il termine Berlusconismo presuppone una colpa un po' troppo grande per Silvio Berlusconi poichè il Berlusconismo è solo ciò che abbiamo voluto credere, ossia l'esistenza di un mondo ricco dove l'assenza di regole era un valore da perseguire, seguito dal culto del più furbo (neanche del più forte, del più arrogante), dal culto dell'eccesso in ogni sua forma; il fatto che Berlusconi abbia rappresentato tutto questo non ne fa l'unico colpevole, i simboli non hanno colpa, le persone simbolo non hanno più colpa di ciò che hanno fatto fisicamente, ad esempio trovo molto più grave il fatalismo che ci ha colto in questi giorni, il fatto che sembri impossibile risollevarsi, per l'appunto il cinismo dilagante che ci ha colpiti tutto insieme in tre, quattro mesi, ora siamo ipercritici verso qualunque azione di governo, qualunque iniziativa locale, qualunque impresa privata, persino di fronte ai programmi di cucina valutiamo scadente qualsiasi cosa. Andiamo a scovare il pelo nell'uovo di ogni funzionario, illudendoci che stiamo solo cercando il migliore degli onesti perchè ci guidi alla salvezza, ma nel nostro cuore non siamo convinti di salvarci, campiamo con l'idea che c'è una fine inesorabile che sta per arrivare e ci travolgerà tutti; siamo nudi, spogliati del manto caldo del Berlusconismo, senza quella finta vestaglia di paillettes pensiamo che non ci sia futuro, senza l'illusione non c'è futuro, senza l'effetto placebo non c'è futuro, senza un bel po' di coca in corpo non c'è futuro. Tutta la retorica politica della destra e della sinistra non hanno fatto altro che rincoglionirci di parole discordanti fino al punto da farci credere che davvero non ci sia nulla da costruire poichè è tutto talmente distrutto da non poter reggere più nulla, neanche fossimo usciti da una guerra mondiale.
Che rabbia, che lassismo, che inerzia, che palle!

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