domenica 26 febbraio 2012

GAME OVER

...continui a rovistare nelle scatole, ma è più che lampante, mancano troppi pezzi per costruire un castello...quando mancano troppi pezzi per costruire ciò che hai sempre costruito occorre cambiare progetto...

sabato 18 febbraio 2012

CONTEMPORARY

...mentre l'aggettivo 'moderno' risulta splendidamente aderente al suo significato pur assecondando il passare del tempo, l'accezione 'contemporaneo' è odiosamente vuota di significato.
Se contemporaneo è l'oggetto che vive il suo tempo qual è il suo tempo? È misurabile? Se si quanto dura?
Se il tempo contemporaneo è il presente, la vita di un oggetto contemporaneo dura l'attimo della presa di coscienza dell'evento presente, dunque nell'attimo successivo muore o, meno crudelmente, termina la sua tensione temporale. Un oggetto progettato, costruito e nato dall'ispirazione verso il tempo presente si gioca tutto alla prima impressione, poichè la sua vita è troppo breve perché possa raccontare di più, al contrario l'oggetto di ispirazione 'moderna' vuole arrogantemente tendere al futuro, vuole trasformarsi, vuole estendere la sua tensione temporale più che può, fino ad un istante prima che l'elastico si strappi.
Oggi l'architettura cosiddetta 'contemporanea' ha sviluppato una tendenza assolutamente invasiva verso il linguaggio preesistente, ha dovuto ricorrere alla violenza bruta pur di rendere il più evidente possibile il suo breve passaggio, quasi emulando i più efferati delitti di sangue e l'interesse morboso che ne segue.
Ma il problema è che l'architettura non è un'arte declinabile esclusivamente al presente, è un'arte che non appartiene al tempo della sua nascita ma a quello a cui tende (che può anche essere il tempo in cui nasce), perchè il suo prodotto, l'edificio, per sua natura, per ovvie ragioni economiche e sociali, per il problema compositivo, è una presenza costruita per durare.
L'architettura 'contemporanea' non esiste e se esiste è un errore grammaticale...

martedì 14 febbraio 2012

DEMOCRACY

...e in questi giorni si dice che la democrazia sia andata a morire nel suo luogo di nascita, l'Ellade.
Ma è pur vero che questo sistema di governo inizia a vacillare quando passa dai due ai tre cittadini, quando arriva a coinvolgere più di cento persone è bello che sepolto...

lunedì 13 febbraio 2012

LANGUAGE

...La composizione non è sintesi senza linguaggio, poiché si compone scegliendo e padroneggiare un linguaggio significa scegliere. Il linguaggio è quella parte dell'architettura che si comprende più tardi ma che si possiede nella personalità, nelle scelte quotidiane, nei dettagli con cui un uomo si circonda, nei vestiti che si indossano; in effetti un linguaggio si indossa, perché rappresenta come vorremmo che ci vedesse il mondo, l'aderenza del tessuto sulla pelle è la nostra coerenza, la sua trasparenza misura forse l'enigma che nascondiamo suggerendone la soluzione.
A volte si confonde il linguaggio col talento, ma è il linguaggio l'origine del talento e il più delle volte dietro il talento c'è solo un linguaggio più chiaro degli altri.
Inoltre non è corretta la supposizione secondo la quale esistono tanti linguaggi quanti sono gli individui, esistono solo infiniti modi per identificare le consuete due opzioni date dal problema compositivo, la scelta costituisce l'adozione di un linguaggio che probabilmente è già stato tentato da chi ci ha preceduto, ma ciò non deve scoraggiare poiché si parte sempre da ciò che ci è stato lasciato...

venerdì 10 febbraio 2012

COMPOSE #4

...prendete il caso di un grattacielo.
Esiste un livello di astrazione nel quale oggetti complessi diventano semplici solidi geometrici, è in questo piano che rivelano la loro vera identità. Un grattacielo non è che un parallelepipedo estremamente alto (o lungo), un'emergenza che trova la sua frequenza espressiva attraverso il dialogo con il suo intorno; questo dialogo risulta più evidente tra un'emergenza e uno spazio aperto o tra un'emergenza e un tessuto denso relativamente basso, risulta parziale tra diverse emergenze sparse in un vasto spazio aperto o in vasto tessuto relativamente basso, risulta minimizzato se le emergenze smettono di "emergere" formando un tessuto denso di parallelepipedi alti. In nessun caso perderà la sua identità, L'altezza ne mantiene l'aspetto identitario ma la necessità di rapportarsi con la terra e col cielo lo spingono a fare un salto nel mondo della composizione trasformandolo in un organismo a sé stante, diventa un ponte tra cielo e terra e tra astrazione e tipologia.
È dunque vero che il grattacielo (o l'edificio emergente generico) non è adatto a contesti definiti superficialmente "tradizionali"? Sul piano dell'astrazione certamente no...

lunedì 6 febbraio 2012

CIVILIZATION

...dunque quando un raptus ti spinge a lanciare tuo figlio nel Tevere ti chiedi qual è il limite della civiltà. Tralasciando la declinazione estrema consequenziale, cosa sarebbe giusto? Invocare la pena di morte? Eliminare l'errore? Punire seguendo il principio etico della legge? Comprendere l'errore? Correggere e reinserire? Isolare? Dimenticare.
Cosa sarebbe veramente civile? Cosa dovrebbe distinguerci dagli animali, oppure cosa dovremmo seguire per illuderci che siamo diversi dagli altri animali? Se ci distinguiamo vuol dire che tendiamo a migliorare, tendiamo alla perfezione perché ci distinguiamo dagli esseri viventi tramite la civiltà, ma se invece questo vivere civilmente non fosse altro che un sopravvivere scientifico? Un conservare la specie disciplinato che si svela all'accadere di una eccezione lampante come quella di un padre che uccide il proprio figlio?...

venerdì 3 febbraio 2012