martedì 31 luglio 2012

COMPOSE #9

...è importante conoscere tutto ciò che ci precede, tutto ciò che è già stato fatto ma soprattutto come è stato fatto; è importante sapere quale percorso ha portato alla realizzazione di ciò che ci circonda, di ciò che l'abitudine impedisce di vedere, soprattutto se si tratta di oggetti ovvi o percorsi ovvi, le strategie più importanti, più vincenti, sono tremendamente ovvie, probabilmente lo sono perché hanno vinto e la vittoria replicata è quanto di più ovvio esista da sempre.
Esistono varie forme di ovvietà al mondo, si tratta di archivio universale di variabili standard, di movimenti quasi spontanei nella loro elementarità, eppure è difficile conoscerli tutti, probabilmente prevale in noi un senso di avversione all'ovvietà che ci impedisce autonomamente di accedere a questo bagaglio culturale completamente, eppure è importantissimo conoscerlo quasi completamente se si vuole ottenere un'ottima sintesi compositiva, la composizione più forte di ottiene componendo più movimenti ovvi possibili, il come assemblarli tra loro è un altro problema di un certo peso non trascurabile, tuttavia se prendiamo in esame una delle forme più ovvie (se non la forma più ovvia), e tale è il cubo, ci appare violentemente semplice una grande verità: spesso le forme più ovvie (un cubo) composte in una forma altrettanto ovvia (un ulteriore cubo) determinano una composizione gigantemente complessa e immutabile nel tempo.
E' palese come dietro l'uso esemplificativo del cubo ci sia un tranello, appurati certi concetti viene spontaneo cercare di chiarire a se stessi se il cubo sia davvero una forma ovvia o al contrario infinitamente complessa, ebbene il cubo è entrambe le cose, ogni elemento ovvio è anche oscuramente, tremendamente, spaventosamente complesso; un perno compie una rotazione variabile tra 0 e 360 gradi, fa aprire e chiudere porte, finestre e sportelli, fa funzionare gru, argani, motori a reazione, fa volare gli uccelli e fa ruotare pianeti e universi...è ovvio eppure dà sgomento sapere quanto sia complesso.

martedì 24 luglio 2012

DRAWING #1

Il disegno è una pratica orrendamente incoerente.
Non rappresenta mai la realtà, e non si tratta di una considerazione banalizzabile con la conclusione che il disegno sia solo una rappresentazione di come l'autore vede la realtà più che una rappresentazione fedele di quest'ultima. Il disegno è una pratica composta tanto da rituali e ritualità, quanto da tecniche e tecnicismi, è un linguaggio complesso e complessato, compassato e di compasso, segue un ritmo autoriale proteso al rispetto di un ordine ben preciso, ma questo non gli impedisce di cedere all'incoerenza, perché spesso per raggiungere la prefigurazione è necessario creare un'illusione, è necessario suggerire all'occhio una profondità che la tecnica da sola non è capace di rendere o di esaurire compiutamente. L'intuizione vale più di un milione di calcoli, una serratura vale più di una porta aperta; il succo è che un disegno per suscitare tensione nell'osservatore non deve denudarsi, ma deve vestirsi di tante piccole incoerenze regolabili al piacere dell'autore e dell'osservatore stesso, perché dopo tutto il nostro intimo desiderio infantile è sempre quello di giocare ovunque con qualunque cosa ci capiti a tiro.

domenica 15 luglio 2012

STRANGEDAYS

Viviamo in un'epoca particolare, la crisi economica ci morde ferocemente, farà sgretolare le nostri basi e ci costringerà a ridisegnare la nostra tana.
Ci sarà chi disegnerà meglio e chi disegnerà peggio; ci sarà chi prenderà brandelli di vecchio e li farà passare per buoni, sperando che funzioni ancora, altri no.
La migliore delle conseguenze della crisi economica sarà forse il crollo del concetto di "quantità", la scarsità di risorse e la necessità di assemblarle in qualcosa che duri nel tempo per rispondere alle istanze della robustezza, dell'estetica e dell'efficienza porterà necessariamente al ripristino della dominante qualitativa in ogni azione umana, non ultima, ma anzi prima fra tutte, l'architettura.
Sono queste le macerie, non ancora nate dal crollo roboante, da cui nascerà il nuovo movimento?
Cadremo? Oppure sarà solo un'enorme trauma indimenticabile? L'importante sarà rialzarsi in una casa disegnata dal futuro Luigi Moretti, sedersi su una sedia disegnata dal futuro Gio Ponti, leggendo un libro scritto dal futuro Ennio Flaiano...